Filologo italiano. Professore di Letteratura greca presso le università
di Messina (1920-21) e Firenze (1921-52) e direttore, dal 1930, del seminario di
Filologia classica della Scuola Normale Superiore di Pisa, si distinse come uno
dei principali studiosi di filologia classica della prima metà del XX
sec. Fu membro dell'Accademia d'Italia e socio corrispondente delle accademie di
Gottinga, di Monaco di Baviera e di Lund. Collaboratore dell'
Enciclopedia
Italiana, diresse fino alla morte la rivista "Studi italiani di filologia
classica". Nel corpo della produzione complessiva di
P., l'opera
più importante viene considerata la
Storia della tradizione e critica
del testo (1934); in questo studio l'autore, partendo da una sistemazione
teorica dei principi di critica testuale di P. Maas, espone e analizza i
presupposti storici, culturali e psicologici, che determinarono differenti
trasmissioni dei testi antichi e medioevali. Come editore di testi
P. ha
pubblicato: i
Caratteri di Teofrasto (1920) e le
Epistole di
Gregorio di Nissa (1925). Nell'ambito degli studi sulla poesia ellenistica e
romana sono da ricordare:
Quaestiones callimacheae (1913),
Orazio
lirico (1920),
Preistoria della poesia romana (1936). Parallelamente
all'attività di ricerca,
P. si interessò alle problematiche
della scuola, cui dedicò due volumi:
L'Università di domani
(1923, in collaborazione con P. Calamandrei) e
Università e scuola
(1950). Tra le altre opere di questo autore, ricordiamo:
Pagine stravaganti
di un filologo (1933),
Pagine meno stravaganti (1935),
Terze
pagine stravaganti (1942),
Stravaganze quarte e supreme (1951) (Roma
1885 - Belluno 1952).